Un Museo a cielo aperto

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Se avete voglia di andare in bici o semplicemente di fare trekking per tenervi in forma a Siracusa esiste un posto il Parc01 di grandi bellezze. Una pista ciclabile che costeggia il Parco delle Mura Dionigiane, sei chilometri lungo la costa rocciosa, che dal Monumento ai Caduti italiani d’Africa arriva fino a Targia. Il percorso si dirama tra l’oratorio bizantino di Santa Panagia e il Porto greco di Trogilo.

Tra uno scenario naturalistico d’eccellenza un museo a cielo aperto, modernità tra pietre che parlano di storia e scrutano a distanza i tesori di OrtigiaIl parco delle sculture e 10 gli artisti coinvolti. PARCO1 è di fatto un parco urbano di sculture innovative realizzate grazie al progetto “Re-Building the Future- Spunti d’arte contemporanea per trapassare il futuro”. Un progetto interamente finanziato con fondi della Comunità Europea.

Chi sono gli artisti coinvolti?
Adalberto Mecarelli il primo che si incontra durante il percorso all’altezza del Monumento ai Caduti con un’interpretazione di “Stomachion”: Gioco matematico di Archimede nel quale 14 figure geometriche si possono disporre in 17.152 modi diversi per costruire un quadrato.

Segue Federico Gori con “Ogni muro è una porta” l’installazione di due muri a secco , che rievocano l’antica cinta greca, affiancati e separati solo da una fessura larga 60 centimetri. Lo spazio sufficiente perché una persona possa passare.
Davide Bramantecon “Not Cages, Cages” che si ispira , con un grande segnale di familiarità, al concetto di accoglienza nei riguardi dei tanti migranti che giungono sulle nostre coste.
Helena Hladilovae Namal Siedlecki con “Round”: omaggio ai materiali nobili e tradizionali della scultura, quali la pietra e il bronzo.

Vittorio Corsini che con “Harmony” ha riplasmato la panchina in marmo bianco utilizzata dal Poggi in piazzale Michelangelo a Firenze. Configurazione dei rapporti sociali in un contesto aperto quale il paesaggio marino.
Ignazio Mortellaro con “Overturning Moment” che ha messo in piedi un muro con delle superfici d’acciaio specchiante. Riuscendo così a far riflettere da un lato il panorama verso la marina, dall’altro le case del quartiere lungo la pista ciclabile.

James Harris con “Never Give Up”. Una testa umana dalle fattezze classicheggianti intagliata su un blocco di bianco Carrara, al cui interno cresce una pianta d’agave in grado di resistere a vento, calore e siccità.
Moira Ricci con “Tornerai alla terra”. Un soldato armato in posizione inusuale rispetto ai classici uomini da plotone perché fugge verso il mare dalla follia della guerra.

Michelangelo Spanghero con “Echea Aeolica”. Versione monumentale in vetroresina di un antico strumento di amplificazione da teatro nell’antica Grecia, in grado di rimandare il soffio del vento.Chiaro il riferimento alla zona della Neapolis con l’Orecchio di Dionisio.
Conclude ancora una volta in chiave archimedea con “Delo” di Francesco Carone. Un triangolo equilatero in granito nero, sollevato da una pinna da sub in bronzo, si ricollega all’isola di Delo. L’isola greca dove ebbero i natali Apollo e Artemide: il dio della luce solare e la dea della luna.

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