I polmoni del nostro mondo che bruciano

AmbienteStar Bene

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Questo 2019 ha registrato crca 75 mila incendi nella foresta pluviale amazzonica, e l’Istituto nazionale per la ricerca spaziale (INPE) nel solo mese di luglio ha constatato dati senza precedenti, sono bruciati circa 225 mila ettari di foresta il triplo rispetto lo scorso anno. Ancora più aggravante è il fatto che gli incendi siano intenzionali.

Le responsabilità maggiori sono addebbiatate agli agricoltori e alle grandi imprese zootecniche e agro-industriali, che per liberare terra e scacciare le popolazioni indigene usano il metodo taglia e brucia per favorire vegetazione bassa adatta al bestiame, che rappresenta circa l’80% della deforestazione amazzonica, il resto per coltivazioni intensive di soia.

I polmoni del nostro mondo che bruciano, con le devastanti conseguenze di perdere circa il 20% di produzione di ossigeno di tutto il nostro pianeta e distruggendo il 10% della biodiversità mondiale.

In Brasile a causa della deforestazione e come se si perdessero più di tre campi di calcio al minuto, avvicinandoci sempre più ad un punto di non ritorno, con il rischio di un collasso e perdita di capacità di fornire produzione di ossigeno, con eventi catastrofici per il nostro pianeta.

L’unicità della foresta amazzonica, una volta scomparsa, si perderà per sempre e nessun intervento da parte nostra potrà mai ricreare quell’ambiente delicatissimo, pieno di varietà, ricchezza e complessità.

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